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Messaggio del direttore

L’ARSS è stata attivata dalla Giunta Regionale del Veneto nell’aprile 2004. La prima domanda che ci si può porre è “Perché questa nuova struttura? Che ruolo ha ed avrà?”.

Per capire il perchè credo si debba valutare il possibile ruolo che una Agenzia Regionale Socio Sanitaria può fattivamente svolgere nell’ambito del SSSR Veneto; a tale riguardo vanno premessi alcuni aspetti di contesto e alcune considerazioni generali importanti:

  • Il quadro macro-economico generale, apparentemente in difficoltà a sostenere i modelli di welfare del passato, che induce a riflettere su quali debbano essere il diritto alla garanzia e le priorità della soddisfazione dei bisogni sanitari.
  • La riforma del Titolo V della Costituzione, che ha portato ad un punto di non ritorno il processo di trasferimento delle competenze sanitarie alle regioni, per cui il settore socio sanitario rappresenta il primo vero settore in cui si va attuando una forma di federalismo effettivo. Questo (secondo una visione corrispondente alle moderne teorie di governo dei sistemi complessi), permetterà una diversificazione dei sistemi di erogazione delle prestazioni, sensibile alla variabilità delle culture, delle attese e delle necessità dei cittadini.
  • L’innovazione, il progresso diagnostico/terapeutico, la diffusione delle tecnologie in sanità e l’impatto di tutto questo sull’utenza hanno sensibilmente modificato non solo gli approcci clinici, ma anche quelli organizzativi ed economici dei servizi sanitari e sociali.

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Questi aspetti hanno determinato per le Regioni:

  • nuovi compiti e responsabilità tecnico-gestionali più stringenti nella quotidiana attività di gestione (indirizzo, governo, coordinamento, controllo) del sistema socio-sanitario regionale;
  • un approccio in fase di pianificazione maggiormente caratterizzato sugli obiettivi e sui risultati, piuttosto che sulle norme e sulle procedure;
  • l’esigenza di un miglior controllo - più preciso e più tempestivo - sull’andamento (complessivo e particolareggiato) della gestione aziendale;
  • la necessità di una sempre maggiore armonizzazione dell’attività delle singole aziende e di un loro coordinamento. 

L’Obiettivo è quello di mantenere gli attuali livelli dei servizi all’utenza (LEA) e migliorarli nell’efficienza ed efficacia, nell’ambito della sostenibilità economica.

In termini pratici il ruolo dell’ARSS va quindi inserito in questo contesto generale, ed è legato 

  • al ruolo che la regione intende assumere nella gestione (indirizzo, governo, coordinamento, controllo) del proprio sistema socio-sanitario;
  • alle scelte che la regione attua per dotarsi di strumenti e competenze tecniche adeguate ai fabbisogni e cambiamenti; “con particolare riferimento alle problematiche della verifica dell’appropriatezza, delle linee-guida sui percorsi diagnostico-terapeutici, del sistema informatico informativo, della sorveglianza epidemiologica, della formazione e accreditamento” (DPEF 2002).

Nel DPEF approvato con delibera del Consiglio regionale n. 95 del 12.12.2002 è contenuta la necessità di “attivare rapidamente l’Agenzia regionale socio sanitaria quale organismo tecnico, con particolare riferimento alle funzioni che richiedono caratteristiche di terzietà (tra Regione ed aziende sanitarie, tra pubblico e privato, ecc.) quali ad esempio accreditamento, certificazione, promozione della qualità, nonché quale struttura tecnica dedicata all’analisi e al monitoraggio delle Aziende sanitarie, ai fini del contenuto di gestione (metodologie di controllo).

E’ altresì compito dell’Agenzia il monitoraggio dello sviluppo del processo di rinnovamento del SSR e quello di dare avvio a una riflessione ragionata circa eventuali possibili evoluzioni del sistema socio sanitario veneto” (DPEF 2002).

Alla luce di queste considerazioni l’impostazione che, come ARSS, abbiamo cercato di dare al nostro lavoro è stata improntata da un lato all’impegno a identificare e facilitare strumenti per nuove risposte a vecchi e nuovi problemi che superino le soluzioni organizzative mutuate dal passato; dall’altro alla reale applicabilità di quanto proposto, come si potrà vedere dai contenuti dei vari filoni di attività.

Crediamo, inoltre, che lo sviluppo di modelli, strumenti o iniziative che impattano sia sul piano culturale che su quello organizzativo del Sistema deve tener conto, necessariamente ed in primo luogo, dei bisogni e delle culture locali. L’implementazione di un modello di intervento generalista e centralizzato, se attuata da sola, può non essere efficace perché, il più delle volte, induce quella resistenza al cambiamento che sembra essere una delle cause principali di insuccesso di numerose proposte di riassetto della gestione e dei costi delle attività aziendali.

Se abbiamo iniziato a raggiungere questo obiettivo e se lo sapremo migliorare lo diranno i risultati a distanza; nel frattempo continueremo a lavorare attenti ai problemi del SSSR ed ai suggerimenti che il Sistema stesso ci propone.

Con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 209 del 28.09.2010

al vertice dell'ARSS è stato nominato Commissario Straordinario il dr. Domenico Mantoan

 

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